“Devo farmi vedere da uno bravo?”. Quando chiedere una visita psichiatrica

Siamo abbondantemente nel ventunesimo secolo, ma, il senso comune esprime modelli di pensiero a proposito del disagio mentale avvicinabili a quelli di epoche prescientifiche. Su queste tematiche persistono nel nostro paese molti miti e false credenze. Le nostre diagnosi vengono correntemente usate o interpretate come insulti, il disagio mentale considerato alla stregua di una mancanza di volontà e totalmente autodeterminato dal soggetto che ne è affetto, i trattamenti vengono visti come forme di prevaricazione sul povero malato o equiparati a delle droghe e al consiglio di recarsi da psichiatri e psicologi si risponde per lo più stizziti: <<il pazzo sei tu!>>. Tutti questi pregiudizi riposano un po’ in tutti gli strati sociali e sono largamente diffusi anche in persone con livelli d’istruzione molto elevati.

Può essere d’aiuto iniziare sottolineando come sia del tutto inappropriato cominciare a pensare ad una visita del genere solo quando si stia talmente male da non riuscire più a sopportarlo o solo dopo anni di sofferenza. In psichiatria, vale la regola fondamentale di tutte le branche della medicina: i disturbi sono più facilmente trattabili quando vengono identificati in una fase precoce del loro sviluppo, ossia ai primi segni e/o sintomi (prevenzione secondaria); in altri casi, poi, è anche possibile che una valutazione precoce riesca ad impedire del tutto lo svilupparsi di una condizione patologica, identificando e rimuovendo le condizioni predisponenti (prevenzione primaria). Nei soggetti già affetti da un disturbo, infine, un intervento scientificamente appropriato può limitare il rischio che il problema generi delle complicanze (prevenzione terziaria), come nel caso di un paziente affetto da depressione che, grazie alle cure, riesca a mantenere il proprio posto di lavoro o eviti di ricorrere ad alcol o sostanze per “autocurarsi”.

Per un banale principio di prudenza, di fronte ad un problema medico non di tipo psichiatrico (nostro, di un familiare, di un amico), anche solo ipotetico, le persone tendono a richiedere una visita specialistica per approfondire la situazione. Al contrario, quando il disagio è di natura psichica o comportamentale si tende, salvo nei casi eclatanti, a consigliare una visita psichiatrica o il consulto da uno psicoterapeuta solo in una fase avanzata del problema (o neppure in quel caso!). È assurdo e medioevale, ma è ciò che abitualmente avviene.

Facciamo alcuni esempi tratti dalle altre specialità mediche. L’idea di andare dall’otorino, vi viene in mente solo se una mattina vi svegliate sordi o muti? O preferite andarci e portarci un familiare anche per un lieve dolore all’orecchio, per un acufene occasionale o per una sospetta laringite? Si va dall’oculista solo quando si diventa ciechi, la vista cala al punto da non riuscire più a leggere alcunché, quando la congiuntiva è rossa come un pomodoro ed il dolore è insostenibile? Oppure le persone tendono a recarsi dall’oculista anche solo dinnanzi al sospetto che qualcosa non vada nell’aspetto dell’occhio, nella capacità visiva o, ancora, per un semplice controllo o per uno scrupolo? Bene tutte queste semplici regole ormai entrate nel senso comune, normalmente non si applicano alle persone in condizioni di disagio emotivo. Il più delle volte si decide di recarsi da psichiatri e psicoterapeuti solo come ultima spiaggia, quando proprio la situazione è diventata insopportabile per il paziente e per i suoi familiari. Nella mia esperienza personale (ma credo di poter parlare a nome di molti colleghi) mi sono spesso imbattuto in casi di persone molto sofferenti al momento della prima visita, a causa di disturbi che sarebbero stati considerati relativamente blandi all’epoca dell’esordio (avvenuto magari molti anni prima della visita iniziale con me), ma che erano ormai divenuti gravemente invalidanti per essere stati trascurati. Nella maggior parte dei casi si trattava di problematiche facilmente trattabili quali fobie, distimia (una forma di depressione), lievi disturbi della personalità, ansia generalizzata e così via.  Benché facilmente affrontabili in una fase precoce, si trattava di forme morbose che, avendo un andamento tendenzialmente cronico e recidivante, avevano reso precaria la qualità di vita delle persone che ne erano affette, modificando in modo sostanziale aree fondamentali della vita mentale e concreta come, ad esempio, la carriera, l’autostima, i rapporti affettivi, la capacità di prendere decisioni autonome e consapevoli, la libertà negli spostamenti con mezzi di trasporto, la capacità di prevenire o difendersi dai fattori di stress e così via. In molti di questi casi, l’accumularsi dei fallimenti, di occasioni mancate e di problemi irrisolti aveva complicato lo stato di salute psicologica delle persone al punto da peggiorare il disturbo di base o di farne emergere altri in comorbidità.

Tutta questa premessa è rivolta a sottolineare quanto le opere di prevenzione primaria, secondaria e terziaria costituiscano la chiave del successo per tutte le branche della medicina e la psichiatria non fa eccezione.

Sono presenti molti programmi di screening nei bambini e ragazzi di età scolare per una serie di patologie mediche incipienti, ma molto poco si fa per la prevenzione del disagio psichico. Un vero delitto. Un danno per la salute della popolazione, ma anche un danno economico per le casse dello Stato molto più ingente rispetto alla spesa che sarebbe necessaria per identificare e intervenire precocemente sulle varie forme di disagio. Va a questo proposito ricordato, che la maggior parte delle problematiche psichiatriche dà un qualche segnale della sua presenza o esordisce negli anni che vanno dalla prima adolescenza ai 28-30 anni; inoltre, molto spesso, una qualche avvisaglia può essere osservata sin dall’età infantile o dalla pubertà. È ora di fare qualcosa di più in campo preventivo, soprattutto considerando l’estrema frequenza con cui si manifestano le varie forme di disagio psichico e il carico umano ed economico che esse comportano per l’intera collettività. Basti pensare che nella Comunità Europea, ben il 27% “della popolazione adulta (18-65 anni) ha sperimentato almeno un episodio di disturbo mentali nell’ultimo anno (inclusi problemi derivanti dall’uso di sostanze, psicosi, depressione, ansia e disturbi alimentari) …

e che: “In Europa i disturbi neuropsichiatrici sono la terza principale causa di anni di vita persi per mortalità prematura (YLLs – years of life lost to premature mortality) e con il 15,2%, seguono solo le malattie cardiovascolari (26,6%) e le neoplasie maligne (tumori) (15,4%). I disturbi mentali sono le malattie che contribuiscono maggiormente alle condizioni croniche che affliggono la popolazione europea. Inoltre, secondo i dati Oms del 2012, i disturbi neuropsichiatrici si classificano come la prima causa di anni vissuti in vari stati di disabilità (Yld-Years of Life lived with Disability) in Europa, rappresentando il 36,1% di quelli attribuibili a tutte le cause. (fonte: https://www.epicentro.iss.it/mentale/epidemiologia-europa).

Il mio intento, come quello di molti altri colleghi psichiatri, psicologi e delle relative associazioni, è quello di favorire la diffusione delle nostre conoscenze con la finalità principale di promuovere lo sviluppo di una psichiatria non sia solo curativa, ma anche preventiva, nonché di una psicologia dell’igiene e del benessere mentale. Senza una divulgazione scientifica efficace, l’obiettivo sarà difficilmente conseguibile.

Come piccolo contributo personale, vorrei provare a esporre le principali condizioni personali e interpersonali che possono indicare la necessità una visita psichiatrica o un consulto per una psicoterapia.

Presenterò alcuni dei pensieri, sentimenti e comportamenti tipici delle persone che presentano difficoltà psicologiche, provando così ad assumere la prospettiva di chi ne fa direttamente esperienza. Se il lettore dovesse riconoscersi in uno o più delle seguenti affermazioni sarà opportuno che effettui una visita psichiatrica o quanto meno che si confronti con il proprio medico di base, evitando accuratamente percorsi auto- pseudo-diagnostici via internet o via parenti/amici.  Per comodità esplicativa ho ritenuto di suddividere in diverse “categorie di esperienza soggettiva” i segnali che indicano una qualche forma di disagio psichico e/o relazionale. La lista non pretende di essere esaustiva, ma intende racchiudere le manifestazioni non solo della maggior parte dei disturbi mentali, ma anche delle forme di disagio più lievi che fanno spesso da precursori (o sintomi sentinella) di problematiche più severe che potrebbero manifestarsi in futuro.

Problemi con le emozioni e con la regolazione emotiva

  • Mi sento triste da un bel po’ di tempo e non riesco a godermi nulla di ciò che mi è sempre piaciuto
  • Sono talmente giù di morale che vedo tutto nero
  • Sono costantemente in ansia anche per cose di poco conto
  • Ho delle crisi ansiose improvvise che mi scuotono la mente e il corpo
  • Ultimamente, mi arrabbio con molta più facilità del solito
  • Avrei voglia di rompere tutto
  • Mi sento come un sacco vuoto
  • Ho delle vere e proprie crisi di rabbia
  • Provo spesso vergogna e imbarazzo quando mi rapporto a persone con le quali sono poco in confidenza
  • Mi sento spesso invidioso
  • A volte, mi sento euforico senza che ve ne sia motivo e la cosa può andare avanti anche per molti giorni
  • Tutto mi disgusta, tutti mi disgustano
  • Provo disgusto per me stesso
  • Alcune situazioni specifiche, animali od oggetti mi mettono così tanta paura che tendo ad evitarle
  • A volte sento come se le cose attorno a me fossero irreali o distanti
  • A volte sento come se i miei pensieri o parti del mio corpo non mi appartenessero
  • Mi sento sempre solo
  • Mi sento costantemente in colpa
  • Non riesco a provare nulla, sono distaccato
  • Le cose che vanno bene non mi danno gioia, le cose che vanno male non mi danno dolore
  • Spesso non riesco a definire che cosa provo (o se sto provando qualcosa)

Problemi con la motivazione e la regolazione degli impulsi

  • Non riesco a controllare la mia rabbia e spesso divento aggressivo a parole o fisicamente
  • Controllo con fatica la spinta a farmi del male in qualche modo
  • Sento di non riuscire a controllare adeguatamente i miei impulsi sessuali
  • Faccio le cose d’impulso, senza pensarci troppo, e questo a volte mi mette nei guai
  • Mi piace guidare velocemente e non riesco a rispettare le norme del codice della strada
  • A volte bevo o uso sostanze in modo smodato e incontrollato
  • Ho rapporti sessuali occasionali senza precauzioni
  • Sento la spinta irrefrenabile a fare moltissime cose nella stessa giornata e ho poco bisogno di sonno e riposo
  • Sento una forte spinta a parlare molto e velocemente e, tutte le volte che ne ho l’occasione, monopolizzo la conversazione con gli altri
  • Reprimo molto duramente i miei impulsi e controllo accuratamente ogni mia reazione
  • Non mi arrabbio mai
  • Non ho mai paura
  • Da un po’ di tempo, ho perso la motivazione nello studio, nel lavoro, nei rapporti umani e nel cambiamento
  • Passo la maggior parte del mio tempo libero al computer, al telefono, davanti ai videogiochi o alla tv

Problemi con le compulsioni

  • Ho l’impulso a ripetere la stessa azione molte volte (o un numero preciso di volte) per evitare che capiti qualcosa di brutto o per contenere la mia ansia
  • Tendo ad accumulare compulsivamente molti oggetti anche di scarso valore. Una stanza di casa mia e altri ambienti ne sono saturi
  • Mi sento forzato a ripetere atti o comportamenti sessuali anche quando non ne ho veramente voglia, né mi procurano piacere

Problemi con i pensieri

  • La mia stessa mente e i pensieri spesso mi appaiono confusi
  • La mia mente sembra ingovernabile
  • I pensieri corrono sempre veloci nella mia mente e a volte si accavallano tra loro
  • La mia memoria, la capacità di concentrazione e la mia efficienza intellettiva non sono più le stesse da qualche tempo
  • Ho un’idea fissa (o un’immagine) che mi viene in mente in continuazione senza una ragione apparente e di cui faccio molta fatica a liberarmi
  • Penso che tutti ce l’abbiano o stiano tramando contro di me
  • Penso di avere dei poteri sovraumani o di essere in contatto con delle divinità o con gli spiriti
  • Sono convinto che in futuro le cose non potranno che andare peggio
  • Penso di aver fallito in tutto
  • Da un po’ di tempo, ho l’autostima alle stelle e penso che nulla possa fermarmi
  • Mi tornano continuamente alla mente le immagini di una bruttissima esperienza che ho avuto in passato e mi sembra di riviverla ogni volta
  • Penso che la vita non abbia senso

Problemi con il senso d’identità e l’autostima

  • Non penso di avere difetti
  • Penso di non valere proprio nulla
  • Non so definire bene chi sia veramente, né saprei raccontarlo ad un’altra persona
  • Cambio idee e progetti molto spesso
  • Nei rapporti affettivi, ho sentimenti che virano spesso e improvvisamente dall’amore all’odio
  • I miei valori di riferimento sono cambiati spesso nel corso degli ultimi anni
  • Non riesco a pormi degli obiettivi e a perseguirli con costanza
  • Quando entro in una relazione affettiva tendo a farmi condizionare rispetto a quello che penso e che voglio fare
  • L’idea che ho di me stesso è instabile e cambia anche in modo netto al variare delle mie esperienze e dei miei stati d’animo
  • Non cambio mai idea: non metto mai in discussione le mie opinioni, le mie preferenze e le mie scelte anche quando l’esperienza imporrebbe di revisionarle o qualcuno mi aiuta a rifletterci criticamente
  • Riesco a definire me stesso solo attraverso pochi aggettivi o attraverso qualcosa che faccio

Problemi alimentari

  • A volte, mi abbuffo di una quantità enorme di cibo e lo faccio in fretta
  • Ho deciso di perdere peso e la gente mi ha cominciato a considerare troppo magro o si è preoccupata per la mia salute
  • Tutti mi dicono che sono magro, ma allo specchio mi vedo ancora in sovrappeso
  • Nonostante i miei ripetuti sforzi, non riesco assolutamente a perdere peso o ci riesco solo per periodi limitati.

Problemi nelle relazioni affettive

  • Quando sono in una relazione affettiva (familiari, partner, figli, amici), tendo ad aggrapparmi agli altri e sento che tutta la mia stabilità dipende dalla sua/loro vicinanza o reperibilità
  • Non riesco proprio a riprendermi dalla separazione da un partner, dai miei genitori o dai miei figli (anche se è avvenuta alcuni anni fa)
  • Quando entro in un rapporto affettivo con un partner, tendo a pretendere molto rapidamente rassicurazioni sulla sua vicinanza, reperibilità telefonica e sulla sua disponibilità a forme di rapporto più impegnative (convivenza, matrimonio, figli)
  • Quando entro in una relazione affettiva, tutto il resto passa in secondo piano o diventa superfluo (studio, lavoro, amici, hobbies, etc.)
  • Non riesco a legarmi, né a sentirmi intimo con nessuno
  • Sospetto continuamente della fedeltà del mio partner
  • Passo il tempo a lamentarmi delle mancanze del mio partner e di quanto non riesca a farmi sentire cura, vicinanza e sicurezza
  • Non gradisco che il mio partner, una volta iniziata la relazione affettiva con me, continui a sentirsi libero di vedere amici, parenti, colleghi, come se non fosse cambiato nulla
  • Controllo attentamente le attività social e telefoniche del mio partner
  • Perdo rapidamente l’interesse sessuale verso il mio partner, una volta iniziata una frequentazione assidua
  • Nei primi tempi di un rapporto, idealizzo il mio partner, sentendo con lui/lei una vicinanza unica, irripetibile e perfetta, salvo poi vivere ricorrentemente delusioni cocenti
  • Sono molto apprensivo rispetto al mio partner, ai miei figli, ai miei familiari
  • Voglio controllare la vita di chi mi sta accanto
  • Resto in una relazione affettiva nonostante il partner si riveli inadeguato e attenti alla mia libertà e sicurezza emotiva o fisica
  • Nelle relazioni affettive, spesso gli altri mi sorprendono: non riesco a farmi un’idea della ragione dei loro comportamenti e delle loro reazioni, né a prevederle
  • Faccio fatica a prevedere l’effetto che avranno i miei comportamenti e le mie parole sulle persone cui sono legato
  • In un rapporto, voglio avere il controllo e la possibilità di decidere la maggior parte delle cose
  • Se gli altri mi maltrattano o non danno debita attenzione alle mie opinioni e necessità, accetto tutto senza discutere per paura delle reazioni del partner o di perderlo
  • Impongo agli altri il mio metodo nel fare le cose e non ammetto discussioni in merito
  • Anche quando la sessualità è insoddisfacente, resto a lungo in relazione con il partner perché temo la separazione molto di più di quanto tema l’insoddisfazione cronica delle mie esigenze primarie
  • Sono ossessionato dai pensieri sul mio partner attuale o su un mio ex.
  • Voglio separarmi da molto tempo, ma proprio non ce la faccio
  • Quando discuto con il mio partner, vengo letteralmente sopraffatto dalle emozioni e alzo un gran polverone anche per piccole diatribe
  • Quando discuto con il mio partner, considero solo gli aspetti razionali della situazione, trascurando il ruolo delle emozioni, mie e dell’altro
  • Non so ricucire dopo un litigio e fatico molto a riconoscere la mia parte di responsabilità nella rottura
  • Se si litiga, all’inizio mi arrabbio, ma poi finisco per prendermi tutta la colpa

Problemi nelle relazioni sociali

  • Negli incontri sociali (feste, cene, incontri, riunioni di lavoro, cerimonie), sono spesso molto imbarazzato e ho sempre l’impressione di fare brutte figure
  • Ho spesso il timore di arrossire in pubblico
  • Se parlo in pubblico, ho la costante preoccupazione di non riuscire a esprimermi correttamente o di balbettare
  • È molto difficile per me costruire nuove amicizie così come mantenere quelle di vecchia data
  • I miei contatti con le altre persone sono in gran parte via social o via messaggi di testo
  • Discuto o litigo molto di più via social o “WhatsApp” che non a quattrocchi
  • Gli amici finiscono sempre per deludermi
  • La mia carriera rischia di essere al di sotto delle mie aspettative perché mi sembra di non saperci fare con gli altri
  • Non riesco a dire di “no” ad un capo o ad un superiore
  • Mi sento sempre vessato dai miei colleghi o dai miei conoscenti
  • Chi mi conosce dice che ho reazioni eccessive che creano imbarazzo o stimolano negli altri atteggiamenti di rifiuto

Problemi con l’adattamento a situazioni difficili e con la risoluzione dei problemi

  • Tendo a perdere la testa davanti a problemi o imprevisti
  • In situazioni difficili, non riesco ad organizzarmi e a dare il meglio di me
  • A volte, mi paralizzo di fronte ai problemi e lascio ad altri l’onere di affrontarlo
  • Se una cosa mi mette ansia, incarico qualcun altro di occuparsene anche quando, con qualche sforzo, potrei farlo io stesso
  • Se una situazione si fa difficile, divento iperattivo, ma perdo facilmente la direzione in ciò che sto facendo
  • Se un problema mi mette troppa ansia, in genere, evito di occuparmene
  • Quando ci sono dei problemi divento spesso facilmente irritabile e me la prendo con le persone che mi stanno accanto
  • Quando c’è un problema, faccio tutto da me, rifiutando consigli anche da persone esperte in materia
  • Penso che qualsiasi problema sia facilmente affrontabile, basta un po’ di pensiero positivo
  • Penso di poter risolvere tutto da me, basta uno sforzo di volontà
  • L’alcol, i calmanti o altre sostanze mi aiutano ad affrontare i momenti difficili
  • Internet e i social contengono tutte le informazioni necessarie e sufficienti ad affrontare qualsiasi problema
  • Sono fatalista, accada quel che deve accadere, farò in modo di accettarlo
  • Davanti ai problemi, tendo a pormi in modo passivo e mi affido alla speranza
  • Quando c’è un problema, lo analizzo considerando unicamente gli aspetti concreti e razionali della questione, senza dare importanza alle emozioni ed alle motivazioni

Problemi relativi a sintomi fisici non spiegabili da altre cause mediche e preoccupazioni per la salute

  • Sono certo di avere una malattia fisica, ma i medici non vogliono darmi retta
  • Sono così preoccupato di poter avere una malattia fisica che evito di andare dai medici per paura che scoprano qualcosa di brutto
  • Nessun medico è riuscito a comprendere la vera origine dei miei disturbi fisici
  • Ho un dolore costante, ma né i medici, né gli esami che ho fatto sembrano comprenderne l’origine
  • Il mio volto o il mio corpo mi appaiono strani o sgradevoli; medici e conoscenti negano che io abbia un problema estetico; chiederò consiglio ad un chirurgo plastico
  • Nonostante le tante cure mediche effettuate, continuo ad avere questo disturbo fisico … continuano a dirmi che “non ho niente”, ma io sto male! È frustrante
  • Continuano a dirmi che il mio problema potrebbe avere un’origine psicosomatica, ma che vuol dire?!
  • I dermatologi non sanno darmi una spiegazione!
  • I gastroenterologici, e ne ho visiti molti, non capiscono il mio problema!
  • Vivo nel costante terrore dei germi e delle infezioni

Problemi con l’autorità e con l’etica

  • Gli altri sono più un mezzo (uno strumento per raggiungere qualcosa) che un fine
  • Le figure autorevoli (insegnanti, professori, avvocati, medici, rappresentanti delle istituzioni, etc.) sono sempre deludenti e non capiscono nulla
  • Sento il costante bisogno di superare le figure autorevoli, di sfidarle o di metterle in discussione
  • Le figure autorevoli sono mosse solo dalle proprie ambizioni personali o dai propri interessi. Non si preoccupano mai dell’interesse generale
  • Le autorità e le istituzioni, il più delle volte, ci nascondono la verità per perseguire i propri sporchi interessi
  • Rifiuto qualsiasi forma d’autorità
  • Non pago mai le multe o le tasse
  • La mia opinione personale su un tema vale quanto quella di un esperto di quella determinata materia … basta informarsi sul web
  • Non mi ribello mai ad una figura autorevole e rispetto tutte le regole senza rifletterci
  • Una ricerca su un motore di ricerca vale quanto o più di un qualsiasi testo o articolo proveniente da un’autorità scientifica riconosciuta
  • Se c’è una regola o un’imposizione, cerco spesso aggirarla o metterla in discussione, per evitare di sentirmi sottomesso
  • Cerco di rispettare tutte le norme alla lettera perché sono molto preoccupato dalle possibili ritorsioni da parte delle istituzioni o di figure autorevoli
  • Considero le norme etiche un impedimento al benessere individuale
  • Meglio fregare qualcuno (o sfruttarlo) prima che lui freghi (o sfrutti) te.
  • Ritengo legittimo usare gli altri per i propri scopi
  • Considero il benessere e le esigenze degli altri come degli intralci al mio operato e al mio benessere

Problemi con il sonno e con i sogni

  • Da tempo non mi faccio una bella dormita
  • Riposo meno di 5-6 ore per notte, per la maggior parte delle notti, già da qualche settimana
  • Ho sempre sonno nonostante dorma un numero di ore accettabile (almeno 7)
  • Dormo un numero di ore esagerato nel corso delle 24 ore, per più di 1-2 giorni alla settimana
  • Il sonno è il mio unico riparo
  • Il mio sonno è spesso interrotto dalla tendenza o dal bisogno di muovermi
  • Ho spesso (più di una volta al mese) degli incubi (ossia, sogni molto disturbanti o angoscianti che spesso includono gravi minacce alla sicurezza o all’integrità fisica del sognatore o di altri personaggi nel contesto del sogno), più spesso nel cuore della notte

Problemi con le percezioni

  • Vedo cose che gli altri non vedono
  • Sento (odo) cose che gli altri non sentono
  • Sento delle voci che sembrano provenire dalla mia testa o da qualche altra parte del corpo
  • Sento odori molti strani, poi chiedo agli altri, ma nessuno sembra accorgersene
  • Mi sento spesso toccato o tirato di qua e di là nel letto mentre riposo, da qualcuno o da qualche entità