10 POTENZIALI VANTAGGI DEI TEST PSICOLOGICI CARTA E PENNA (QUESTIONARI AUTOSOMMINISTRATI) PER I TRATTAMENTI PSICHIATRICI/PSICOTERAPEUTICI

1 COMPLETEZZA E QUANTIFICAZIONE DEI DATI RACCOLTI

I questionari psicologici possono essere di grande aiuto per identificare in modo più accurato i sintomi di disagio psicologico di cui soffri e le caratteristiche della tua personalità. Nel corso dei colloqui clinici è possibile identificare solo alcuni aspetti del tuo malessere o del tuo carattere. L’approfondimento di tutte queste tematiche può essere anche più accurato e intensivo in un colloquio rispetto ai questionari autosomministrati, ma questi ultimi indagano i tuoi vissuti e le tue caratteristiche stabili in modo più estensivo (coprendo una vasta gamma di aree psicopatologiche e personologiche) e quantificano l’entità dei problemi.

2. SUPERARE PROBLEMI DI APERTURA (O CREARE L’OCCASIONE PER DISCUTERNE)

Nel corso della compilazione dei questionari, molte persone riportano elementi del proprio disagio che farebbero fatica a esprimere apertamente nel corso dei colloqui clinici (in alcuni casi, anche di fronte a domande dirette del professionista). Altre persone, al contrario, manifestano un livello di disagio nei questionari inferiore a quello riferito o rilevabile nei colloqui. A volte, una compilazione dei questionari in forma “coperta” rivela il tentativo (spesso inconsapevole) di mostrarsi, a sé e al clinico, più “sani” ed equilibrati di quanto non lo si sia realmente o per evitare un contatto troppo esplicito con i propri vissuti dolorosi. I profili ottenuti da questi test, però, non sono inutili poiché esprimono comunque qualcosa della psicologia del soggetto, qualcosa che può essere discusso e chiarito nei colloqui successivi

3. TROVARE LE PAROLE

Molte persone vivono difficoltà che non riescono a tradurre facilmente in parole. Avere dinnanzi un testo prestampato di affermazioni cui rispondere guida il processo di espressione di vissuti o difficoltà personali e interpersonali altrimenti inesprimibili o esprimibili in modi fuorvianti (ad esempio, citando il termine “attacco di panico” quando in realtà si sta alludendo ad una crisi di rabbia).

4. ENTRARE IN CONTATTO CON L’ESPERIENZA EMOTIVA DEL PAZIENTE.

Può apparire lapalissiano, ma è molto arduo avvicinarsi e immedesimarsi in taluni aspetti della tua esperienza emotiva quando tali contenuti non vengono espressi. I test offrono la possibilità di citare e mettere a fuoco alcune categorie di vissuti che normalmente resterebbero sottotraccia nei colloqui nonostante i clinici siano addestrati ad ascoltare con attenzione le parole dei loro pazienti, porre domande appropriate e osservare il linguaggio del corpo. La vicinanza emotiva di un clinico alla tua esperienza soggettiva è essenziale sia in psichiatria che in psicoterapia ed è quasi universalmente considerata un fattore terapeutico di per sé.

5. FORNIRE SPUNTI PER DISCUSSIONI E APPROFONDIMENTI SUCCESSIVI

I test non esprimono la “verità” ultima sulla natura dei tuoi disturbi o sulla tua personalità. Tuttavia, essi possono fornire degli spunti e degli indizi che successivamente possono essere approfonditi e verificati nei colloqui. Ciò contribuirà a chiarire alcuni dei tuoi pensieri e delle tue emozioni. Questa forma di esplorazione non costituisce solamente un’ulteriore e più affidabile fonte d’informazioni, ma può già essere in qualche modo terapeutica. Chiarire i propri pensieri e vissuti e condividerli con una persona qualificata può, infatti, ridurre il livello di sofferenza e, ancor più, la sensazione di confusione su cosa stia accadendo nel tuo mondo psichico in un periodo di crisi.

6. VERIFICARE LE IPOTESI

Questo punto potrà apparirti un po’ scontato, ma spesso le impressioni diagnostiche iniziali devono essere considerate provvisorie ed è necessario che siano corroborate e verificate. Integrare i risultati di una valutazione basata sui colloqui clinici con il profilo emergente dai test permette di incrociare dati provenienti da prospettive di osservazione differenti, confermando o ridefinendo le ipotesi iniziali.

7. EVITARE UNA CLASSIFICAZIONE UNIDIMENSIONALE DEI PROBLEMI E DELLA PERSONALITÀ DEI PAZIENTI.

Quasi sempre c’è un problema in particolare su cui paziente e psichiatra/ psicoterapeuta focalizzano la propria attenzione. Identificare i problemi che fanno da contorno o da sfondo al disagio principale può rendere le conclusioni diagnostiche più specifiche e ritagliate sul particolare profilo di personalità che ti caratterizza in modo unico e irripetibile. Ricordiamo sempre che diagnosi generiche portano a trattamenti generici o eccessivamente standardizzati che falliscono nell’intercettare esigenze, problemi specifici, risorse, così come la natura delle reciproche influenze tra tali elementi psichici che ti connotano come individuo.

8. FARSI UN’IDEA DELLE RISORSE PSICOLOGICHE.

Alcune caratteristiche protettive per la salute mentali sono rilevabili attraverso i test autosomministrati. Qualità ipotizzabili a partire dai punteggi dei test sono, ad esempio: la socievolezza, la capacità di essere metodici e organizzati (senza, al contempo, reprimere eccessivamente emozioni e impulsi), la coscienziosità, il calore umano che si è in grado di esprimere nei rapporti, un livello di autostima adeguato e realistico, l’abilità di affermare le proprie esigenze/diritti nei rapporti in modi che non rivelino tendenze alla prepotenza o alla sottomissione, l’apertura all’esperienza.

9. VERIFICARE L’ANDAMENTO DEI TRATTAMENTI E POTERNE CERTIFICARE L’IMPATTO

Il confronto tra i punteggi ottenuti dai medesimi test a distanza di tempo (in genere, 6-12 mesi) fornisce una misura dell’impatto che il trattamento sta producendo, suggerendo in alcuni casi, la riformulazione degli obiettivi e delle strategie terapeutiche. Talvolta, infatti, i test contribuiscono a svelare che il trattamento si sia in qualche modo impantanato, stia smettendo di produrre benefici o che lo stia facendo solo da alcuni punti di vista.

10. MONITORARE IL PROCESSO DI RIDUZIONE O SOSPENSIONE DEI TRATTAMENTI

Quando un trattamento farmacologico sta andando incontro ad una progressiva semplificazione/sospensione oppure la psicoterapia sta volgendo al termine, i risultati dei test (assieme ad altri parametri) possono rivelare il grado di adeguatezza delle decisioni in merito ai modi (ad esempio, la rapidità nella riduzione dei dosaggi, la frequenza delle visite/sedute) con cui si sta procedendo alla chiusura del rapporto terapeutico.

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