
Cosa si trova di sé stessi e della propria vita attuale o passata nei sogni? Si tratta di una domanda complessa, ma la ricerca sembra aver dimostrato una linea di continuità tra i nostri sogni, le nostre preoccupazioni, le nostre esigenze, i traumi emotivi e le caratteristiche delle nostre relazioni interpersonali per come noi le concepiamo. Molti studi hanno, inoltre, rilevato una serie di correlazioni tra frequenza degli incubi e problematiche mentali. Una rassegna dell’enorme numero di ricerche sull’argomento ci porterebbe lontano. In questo articolo, vorrei, invece, fornire una guida per avvicinarsi alla comprensione di come i sogni raccontano e rielaborano, nella forma di narrazioni allegoriche, l’impatto personale di ciò che ci accade, con particolare riferimento a come i fatti recenti stiano avendo un effetto significativo sulla nostra emotività, sul modo di vedere le questioni importanti della nostra vita attuale e sulla rievocazione/riscrittura di vicende significative del passato.
Perché farlo?
Molti contenuti e informazioni su ciò che accade dentro e fuori di noi da svegli non vengono trattenute o integrate a livello consapevole. Spesso proprio le informazioni e i dettagli più rilevanti sul piano personale ed emotivo rimangono a latere o vengono minimizzate. Le narrazioni oniriche affrontano e rielaborano le tematiche più caratterizzanti della nostra vita, facendo riaffiorare i contenuti (ad esempio, percezioni, idee, sentimenti, intenzioni) non considerati dalle nostre narrazioni consapevoli. I sogni, inoltre, ci forniscono differenti prospettive di osservazione, ammonimenti, interpretazioni alternative dei fatti o dei comportamenti (nostri o altrui), previsioni, autorappresentazioni, etc. Per le persone più avvezze a ricordare i propri sogni e a rielaborarli, poi, non di rado le narrazioni oniriche suggeriscono soluzioni creative ed efficaci ai problemi della vita diurna o favoriscono prese di posizione o decisioni su questioni rilevanti (purché le immagini oniriche non vengano interpretate alla lettera, naturalmente)
Quando farlo?
Potrebbe essere salubre farlo sempre e con continuità, ma le fasi in cui è più consigliabile sono i periodi di crisi, di dubbio o le fasi di disorientamento esistenziale o di cambiamento. Ad ogni modo, lo consiglierei a tutte le persone che siano semplicemente curiose rispetto al mondo onirico e a tutte quelle che vogliano fare il punto sullo stato di equilibrio del proprio mondo psichico e relazionale.
Come farlo?
Il primo suggerimento è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che abbia una competenza specifica sull’argomento e di svolgere, almeno per un periodo, il lavoro sotto la guida di una persona qualificata ed esperta sul tema. Successivamente, si potrà proseguire da soli, pur rimanendo vigili rispetto all’eventualità di riprendere un percorso di cura quando i contenuti e i riferimenti dei sogni dovessero ripetutamente “consigliarlo”. Che si lavori con un terapeuta o per conto proprio, la premessa indispensabile per iniziare ad aprire gli occhi sul pianeta sogno è quello di impegnarsi nel tenere un diario onirico (vedi mio precedente articolo su questo sito). La qualità dell’interpretazione del sogno (ma, credo, dell’interpretazione di qualsiasi altra cosa) dipende in modo decisivo dall’accuratezza nella raccolta del materiale da sottoporre all’indagine. I sogni ricordati semplicemente ripensandoci tra sé e sé, arrivano ai vostri tentativi di rielaborazione o alle orecchie del vostro terapeuta molto rimaneggiati, zeppi di omissioni e monchi di parti della trama. Un resoconto così deformato rende spesso l’interpretazione molto più inferenziale e inattendibile. I resoconti onirici riportati su un diario sono, al contrario, molto ricchi di dettagli, di colori, sensazioni, elementi/personaggi singolari e presentano trame più articolate e avvincenti.
Trascorsi alcuni giorni o, al massimo, alcune settimane di esercizio quotidiano con il diario, la maggior parte delle persone riesce a ricordare e trascrivere almeno 2/3 sogni a settimana piuttosto estesi nella trama e densi di particolari suggestivi. Di giorno in giorno, osserverete che i vostri resoconti si amplieranno, passando dallo stato di frammenti o bozze a quello di vere e proprie storie ricche di spunti, figure misteriose e attività coinvolgenti. Non di rado, poi, passerete da un iniziale stato di timore, circospezione e scetticismo ad uno di curiosità e fascinazione per le vostre visioni oniriche. Due/tre sogni a settimana rappresentano un numero ampiamente sufficiente ad avviare un lavoro interpretativo.
Una volta realizzato il proprio diario come si procede per avvicinarsi ai possibili riferimenti dei sogni alle nostre problematiche, ai nostri pensieri e ai nostri stati emotivi (molti dei quali inconsapevoli e proprio per questo più determinanti per i nostri equilibri psico-fisici)? A quali aspetti del sogno dovremmo prestare maggiore attenzione?
Proverò ora a fornire una lista di suggerimenti pratici:
- Ogni primo giorno (o prima domenica) del mese, trascrivi su una pagina del diario: a. Le aspirazioni e gli obiettivi che più intimamente desideri da sveglio; b. I tuoi bisogni/necessità (con particolare riguardo a quelli che riesci meno a soddisfare nella vita di tutti i giorni); c. le preoccupazioni o le paure più pressanti; d. i tuoi dubbi o dilemmi, le decisioni sulle quali ti stati ritrovando ad essere più indeciso o combattuto
- Ogni sera scrivi qualcosa a proposito dell’evento (o degli eventi) della giornata appena trascorsa che maggiormente ti ha (hanno) colpito su un piano emotivo come, ad esempio: un litigio, una soddisfazione, una frustrazione, un dialogo importante, una seduta di psicoterapia, un gioco coinvolgente, un evento ansiogeno, una lettura o la visione di un film/serie che sta catturando la nostra attenzione;
- La mattina successiva trascrivi il sogno che ti ricordi meglio e cerca di rispondere (per iscritto) alle seguenti domande: A. Identifica le caratteristiche estetiche ed emotive: com’era l’ambientazione? quali emozioni ti ha comunicato? Con quali aggettivi descriveresti la scenografia, l’aspetto dei personaggi, animali od oggetti particolari presenti nelle tue visioni oniriche? Come ti sei sentito nel corso delle diverse scene della trama, mentre le stavi vivendo? Questi elementi ed emozioni somigliano in qualche modo a quelle che hai vissuto nei giorni appena trascorsi? B. Qual è l’elemento più particolare/bizzarro o coinvolgente dell’intero sogno? Esso può consistere in un personaggio particolare, in un animale, in un oggetto, in un’azione (svolta dal sognatore stesso all’interno del sogno o da altri), in un momento della trama o in un elemento naturale o architettonico (ambientazione). Ti ricorda qualcuno, qualcosa o una parte di te? C. Fa ora attenzione all’aspetto, alle azioni, ai dubbi e alle decisioni dell’”Io del sogno”, ossia del personaggio che hai interpretato sulla scena onirica. Ricordo, a questo proposito, che, nella grande maggioranza dei casi, viviamo il sogno da una prospettiva soggettiva, come fosse una scena reale e sentiamo, pensiamo e agiamo reagendo agli eventi onirici come fossero situazioni della vita di tutti i giorni, ma con modalità che possono differire da quelle che mettiamo in atto di solito. Torniamo alle domande. Quanto il modo di percepire e agire dell’”Io del sogno” ricorda quello che abitualmente ti caratterizza da sveglio? Ha a che fare con ciò che faresti in una situazione simile da svegli? È diverso? In che modo? Somiglia alla reazione che hai avuto ad una circostanza assimilabile della vita reale? D. Il modo di comportarsi degli altri personaggi (o animali, oggetti) somiglia in qualche suo aspetto a quello di qualcuno della tua vita, a una parte di te o a come generalmente ti aspetti che gli altri si comportino con te? E. Ora pensa a come il sogno è andato a finire? L’esito della trama ricorda com’è andata a finire una tua vicenda personale del passato (remoto o prossimo)? O fa pensare piuttosto a come in genere ti aspetti che le cose vadano a finire, date determinate premesse o per effetto di azioni simili a quella intrapresa dall’”Io del sogno”?
- Dopo aver completato i primi tre passaggi, continua così: A: rileggi la lista di Aspirazioni/obiettivi, preoccupazioni, dilemmi scritti a inizio mese; B. Leggi l’evento (o evento) che ti eri appuntato la sera precedente; C. Esplora le tue risposte alle domande dei primi tre punti di questo paragrafo.
Se avrai fatto tutto per bene, non ti sarà difficile cominciare a intravedere i “ponti” di collegamento (vedi Delaney G., 1998) tra la tua vita diurna, la tua vita mentale in stato di veglia e le questioni di fondo che riguardano la tua prospettiva esistenziale, la tua personalità e le tue relazioni interpersonali di natura affettiva.
Secondo me, ne vale davvero la pena perché un lavoro intensivo e prolungato sui propri sogni favorisce lo sviluppo di una competenza psicologica essenziale per l’adattamento e il cambiamento. Mi riferisco alla facoltà di comprendere meglio i nessi causali tra mondo esterno (fatti, persone, circostanze) e mondo interno (sentimenti, pensieri, motivazioni, decisioni) ossia di una funzione cognitiva che promuove la sensibilità e le capacità descrittive necessarie a leggere con accuratezza come quello che accade fuori ci cambia dentro e come, viceversa, quello che ci accade dentro influenza il mondo che ci circonda, i nostri comportamenti e, più in generale, la nostra qualità di vita.
Buon lavoro e buoni sogni.
Bibliografia essenziale
Delaney G. “Il significato dei sogni”, Sperling e Kupfer, 1998
Delaney G. “Vivi i tuoi sogni”, edizioni mediterranee, 1987
Gassmann C. “Ricordare i sogni” edizioni Magi, 2002
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